Note e discussioni di
Claudia Di Fonzo a
"Sotto il segno di Dante". Scritti
in onore di Francesco Mazzoni, Firenze, Le Lettere, 1998.
Segue il contributo di Ignazio Baldelli, Dante e Catona (pp.
11-15) che rilegge il discorso di Carlo Martello d'Angiò nel cielo
di Venere (Par. VIII 58-75) per enucleare l'esatta coscienza dantesca
della topografia d'Italia molto prima ch'essa fosse realtà politica.
Dalla rilevanza data più che alla rima unica sorga-imborga
al parasinteto verbale imborga ci par di cogliere, su suggerimento
di Baldelli, quasi con chiarezza il ruolo "poleigenetico" svolto dal borgo
medievale e codificato come tale solo dalla moderna storiografia medievale.
In nome di questo senso dell'Europa medievale e a partire dalla notazione
che Catona in rima, in palisindeto con Bari e Gaeta,
e tutto il verso in enjambement col precedente, definisce "trigonometricamente"
il Regno meridionale, Baldelli promuove la lectio difficilior Catona
vs la pur molto attestata Crotona che sta per Crotone. E spiega:
Crotone è troppo in alto per formare un triangolo con Gaeta e Bari;
Catona invece chiude il triangolo e fu importante porto di imbarco di una
spedizione fatta dagli Angioini per recuperare la Sicilia annessa all'Aragona
dopo i Vespri Siciliani, spedizione alla quale parteciparono molti fiorentini.
Tale coscienza storico-topografica manifesta Dante allorché definisce
il confine del Regno meridionale al di là del Garigliano dove fu
trasportato Manfredi. Lo stesso epiteto la bella Trinacria messo
da Dante in bocca a Carlo Martello per designare la Sicilia, è un
chiaro riferimento storico-politico. Dopo la pace di Caltabellotta, infatti,
a Federico d'Aragona rimase la Sicilia ma il titolo a lui riconosciuto,
per pressione di Roberto d'Angiò, fu quello di "Re di Trinacria"
e Dante fa riferimento all'episodio. Quindi proseguendo in merito al discorso
di Carlo Martello, Baldelli ridiscute la posizione di chi sostiene la "realtà
totalmente stilnovistica delle due canzoni" Amor che ne la mente mi
ragiona e Voi che ’ntendendo il terzo ciel movete e conclude
con l'idea che forse "tali canzoni mostrano la precoce applicazione allegorico-filosofica
alla poesia della lode": Amor che nella mente mi ragiona è
l'inizio di un innammoramento intellettuale e Voi che ’ntendendo il
terzo ciel movete è "rievocazione della stagione terrestre del
grande affetto di Dante per Carlo".
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